Sei un’altra persona

Come fai a dire che una strada è quella giusta, se non la cambi mai?
Se butti tutte le tue speranze in un futuro sempre uguale al tuo presente, non cambierà mai nulla, oppure peggio, la vita stessa, ad un certo punto, ti obbligherà lei stessa ad un cambiamento con qualche evento traumatico improvviso (o con una pandemia, ad esempio).
Solo a quel punto, dovrai cambiare davvero, tirare fuori le unghie e combattere con tutte le tue forze,
ma perché arrivare a quel punto?
Perché dover aspettare un qualche tipo di fatalità per provare ad essere finalmente felici?
Tutto muta, tu, il tuo corpo, le persone attorno a te, gli animali, il lavoro, la società… e meno male, aggiungerei, tutto evolve in qualcos’altro e non vedere, non affrontare questa realtà ti porta solo infelicità, quando questi cambiamenti avvengono.
Se tu cambi e tutto cambia, come può, una scelta fatta dal tuo Te di dieci, quindici anni fa, essere ancora perfetta e giusta per il tuo Te di adesso, che vive nel mondo che non è più quello di dieci anni fa?
Che non è più nel contesto sociale in cui era allora.
La persona che eri non c’è più, è un’altra persona, con altre menti, con altre priorità, con un altro corpo.
La me di dieci anni fa, ad esempio, aveva un altro lavoro, in un’altra città.
Aveva ancora una cistifellea, aveva una capacità superiore di metabolizzare il vino, poteva viaggiare tutta notte in macchina e poi affrontare un’intera giornata di lavoro in cantiere.
Aveva la voglia di cambiare il mondo della nautica e adorava progettare yacht.
Mi stavo approcciando al buddhismo tibetano e non avevo idea di cosa fossero la Bodhicitta e la vacuità, insomma, ero completamente una persona diversa, in un mondo diverso.
Perché non avevamo idea che ci chiudessero due anni in casa, che il mondo si potesse fermare totalmente, che ci sarebbero voluti dei vaccini per poter lavorare, che avremmo avuto il coprifuoco,
eravamo certi che le guerre sarebbero state lontanissime dall’ Europa e che avremmo avuto il mondo a portata di mano con gli smartphone.
Ora, come puoi pensare che le tue decisioni prese allora siano ancora quelle giuste?
“Di William Jay qui il corpo giace, Che non cambiò mai mente né voce, Aveva ragione, è vero, ma è morto Tal quale uno che ha sempre torto.”
Scelte dettate dal contesto storico/sociale, dal contesto familiare, dal contesto economico, tutte cose che oggi sono diverse.
Per trovare la tua strada, devi provare altre strade, non puoi pretendere di mantenere la stessa strada fissa e dritta con cocciutaggine, aspettando che la vita ti mandi una curva improvvisa, magari verso un precipizio.
Devi provare, devi fare, devi anche fallire.
Purtroppo, in Italia soprattutto c’è questa cultura del mai fallire.
Se qualcosa va male, se qualcosa va fuori dalle aspettative che gli altri hanno su te, allora è un fallimento totale della vita e basta, sarai segnato per sempre per quella cosa che hai fallito.
Per questo che in Italia, se non hai la casa di proprietà (dove magari hai dovuto fare un mutuo trentennale per averla), il posto fisso a tempo indeterminato, se non hai una laurea e se non fai “la gavetta” (cioè anni a lavorare in stage senza imparare nulla e gratis) non sei nessuno, sei un fallito, come se il mondo fosse rimasto lo stesso di trent’anni fa.
Tutto cambia, tutto è in perenne mutamento e tutto è impermanente.
Anche te e le tue idee.
Cosa significa questo?
Che le preoccupazioni che hai avuto in passato e quelle che stai avendo sul futuro sono completamente inutili, non sono servite a nulla e non ti serviranno più d’ora in poi.
Il cambiamento avviene sempre, sta succedendo anche adesso, in questo momento,
quindi smettila di sprecare il tuo tempo prezioso e inizia a viverlo sul serio, consapevole di ciò che eri e di ciò che vuoi diventare.
Un abbraccio